Se fino a qualche anno fa si trattava di una situazione piuttosto rara, oggi lavorare da casa è divenuta una modalità operativa all’ordine del giorno e adottata da un crescente numero di aziende.
Soprattutto negli ultimi mesi, sotto la spinta dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19, termini come Smart Working e telelavoro sono entrati pienamente a far parte delle nostre conversazioni quotidiane.
Spesso, tuttavia, con una certa confusione. Lavorare da casa infatti non presuppone sempre le stesse caratteristiche contrattuali.
Il concetto di telelavoro è ben altra cosa rispetto a quello di Smart Working o “lavoro agile”. Lo stesso quadro normativo che regola le due forme operative è diverso.
Per fornire una visione più dettagliata sulla questione, in questo articolo approfondiremo la differenza tra Smart Working, telelavoro e lavoro agile.
Sommario:
Qual è la differenza tra Smart Working, telelavoro e lavoro agile?
Telelavoro e Smart Working: che cosa li distingue
Quadro normativo del telelavoro
Come funziona lo Smart Working o lavoro agile
Telelavoro e Smart Working: che cosa li distingue
Troppo spesso vengono utilizzati come sinonimi, ma in realtà telelavoro e Smart Working sono due modalità di lavoro ben differenti tra loro.
Un altro termine che si sente pronunciare con una certa frequenza nei discorsi di ogni giorno è “lavoro agile”.
Iniziamo precisando che “lavoro agile” non è altro che la traduzione italiana di “Smart Working”. Si tratta quindi dello stesso identico rapporto di lavoro.
Una volta fatta questa puntualizzazione, vediamo in concreto cosa accomuna e cosa distingue il telelavoro dallo Smart Working o lavoro agile, come lo si preferisca chiamare.
In entrambi i casi siamo di fronte a un rapporto di lavoro in cui si prevede che il dipendente svolga le sue mansioni senza recarsi in ufficio, quindi direttamente da casa o in un altro luogo posto al di fuori dal contesto aziendale vero e proprio.
Questo è il punto in comune che unisce il telelavoro al lavoro agile.
I presupposti su cui si basano queste due forme operative sono tuttavia diversi. Entrando nello specifico:
- il telelavoro è una modalità di lavoro a lungo termine o definitiva, fondata su un preciso accordo contrattuale con l’impresa per la quale il dipendente presta le sue mansioni;
- lo Smart Working è per l’appunto una forma di “lavoro agile”, che può essere utilizzata in determinate circostanze, in luoghi diversi, senza essere necessariamente definitiva.
Come si svolge il telelavoro
Il telelavoro è quindi una tipologia di rapporto di lavoro che non prevede la presenza fisica del lavoratore in azienda.
Oltre a una flessibilità nell’organizzazione degli orari e nelle modalità di svolgimento delle mansioni previste dal ruolo specifico, il telelavoro per essere regolarmente svolto necessita di un supporto informatico e telematico.
La strumentazione di carattere informatico e telematico è finalizzata a permettere le comunicazioni a distanza tra il dipendente, il datore di lavoro ed eventuali referenti esterni.
Sono svariate le mansioni che possono essere svolte adottando il telelavoro. È tuttavia opportuno non fare confusione.
Non è ad esempio considerata una attività di telelavoro quella effettuata, anche tramite collegamento remoto, da lavoratori che sono addetti all’assistenza tecnica alla clientela.
Quadro normativo del telelavoro
Cosa prevede il quadro normativo che regola il telelavoro?
Come qualsiasi rapporto di lavoro dipendente, anche il telelavoro prevede un contratto in forma scritta. All’interno dell’accordo, il datore di lavoro deve fornire adeguate informazioni al proprio dipendente, tra cui:
- la tipologia dell’attività oggetto del telelavoro;
- le modalità di esecuzione della prestazione professionale;
- l’orario di lavoro previsto per svolgere le mansioni attribuite al lavoratore, che può essere anche part-time;
- le informazioni in materia di salute e di sicurezza.
Come ogni rapporto di lavoro dipendente, anche il telelavoro prevede delle specifiche tutele per il lavoratore.
Il dipendente ha diritto a tutte le coperture di tipo previdenziale di cui gode un lavoratore di pari livello che opera direttamente in ufficio o nella sede aziendale.
Inoltre, proprio come qualsiasi altro dipendente, chi è assunto con la formula del telelavoro è tenuto per legge a certificare le proprie situazioni, a partire dalla malattia fino alla maternità.
II tutto rispettando i tempi previsti dal quadro normativo che regola qualunque tipologia di rapporto di lavoro dipendente.
Come funziona lo Smart Working o lavoro agile
Lo Smart Working può in un certo senso essere considerato l’evoluzione giuridica del telelavoro.
Anche in questo caso si prevede un supporto informatico e telematico per poter svolgere l’attività da remoto, senza recarsi necessariamente in sede.
Ma non ci si limita al solo concetto di lavorare da casa.
Lo Smart Working può essere svolto anche al di fuori delle mura domestiche. Si tratta per l’appunto di una forma di “lavoro agile” con cui si permette al dipendente di conciliare le prestazioni professionali con la vita privata.
L’accordo con il datore di lavoro consente infatti di stabilire un calendario di orari e di giornate operative personalizzabili, così da combinare le necessità dell’azienda con quelle del dipendente.
Lo Smart Working è inoltre un rapporto di lavoro in cui la mobilità del dipendente risulta un punto chiave. Lo Smart Worker può infatti scegliere la sede in cui opera e cambiarla in base alle sue esigenze.
Le possibilità sono diverse: da casa al co-working fino alla biblioteca e all’hotel, nei casi in cui risulta opportuno.
Smart Working: regole
Come il telelavoro anche lo Smart Working è regolato da un proprio quadro normativo che mira a evidenziare i diritti / doveri tanto del dipendente quanto del datore di lavoro.
Trattandosi di una modalità di lavoro agile, la legge prevede la massima libertà da parte dello Smart Worker. Non esistono limiti sul luogo in cui le mansioni devono essere volte ma il lavoratore deve comunque garantire la piena operatività.
Dal canto suo, il datore di lavoro ha l’obbligo di assicurare il dipendente che lavora in Smart Working sia da un punto di vista previdenziale sia rispetto alla tutela INAIL, proprio come i dipendenti che si recano normalmente in ufficio.
Il quadro normativo sul lavoro agile fissa inoltre altri vincoli che sono fondamentali in qualsiasi contratto da dipendente, tra cui:
- il rispetto dei limiti dell’orario lavorativo;
- il diritto al riposo giornaliero e settimanale;
- la retribuzione che deve essere analoga allo stipendio percepito dai lavoratori di medesimo livello operativi esclusivamente in azienda.
Si tratta perciò di un rapporto lavorativo che garantisce i pieni diritti di cui gode qualsiasi altro dipendente, con il tratto esclusivo della grande flessibilità.
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Giunti a questo punto, ci auguriamo di esserti stati d’aiuto per risolvere ogni tuo dubbio riguardo la differenza tra Smart Working, telelavoro e lavoro agile.
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