Smart working 2023, proroghe per lavoratori fragili

smartworking 2023

Dal 1° gennaio 2023 le leggi riguardanti lo smart working, sia per quanto concerne il settore pubblico che privato, sono nettamente cambiate.

Da che era molto più semplice, tramite modalità ordinaria, accedere allo smart working, complice gli anni di pandemia e restrizioni dovute al Covid, a che ad oggi ci si appresta a ritornare alle modalità pre-covid.

Sia nel settore delle pubbliche amministrazioni che in contesti privati, quindi, lo smart working 2023 non avrà più un accesso semplificato e fruibile come diritto del lavoratore, ma tornerà come patto contrattuale tra datore di lavoro e professionista.

Solo la fascia dei lavoratori fragili potrà ancora usufruire della modalità semplificata, ma per un tempo molto breve.

Ma chi sono i lavoratori fragili? Chi può continuare a fare smart working 2023 e cosa cambia per tutte le altre fasce di lavoratori? Scopriamolo in questo nuovo articolo di Elle di Ufficio.

Smart working 2023, lavoratori fragili chi sono?

A seguito degli eventi pandemici, che hanno messo a dura prova il mercato del lavoro e la salute dei professionisti, vi è stata l’introduzione dello smart working emergenziale.

Tra le categorie che potevano richiederlo, in maniera unilaterale in qualità di diritto come forma di lavoro agile, vi sono i lavoratori fragili.

Quindi, chi ha la 104 può stare in smart working? Se rientra nelle categorie fragili la risposta è sì.

I lavoratori fragili sono quella particolare fascia di persone che, a causa di malattie o patologie pregresse, possono subire conseguenze anche gravi contraendo il Covid-19.

Nello specifico, possiamo citare i seguenti casi:

  • Immunodepressi;
  • Pazienti oncologici od oncoematologici;
  • Sottoposti a trattamenti mielosoppressivi o immunosoppressivi;
  • In attesa di trapianto;
  • Terapia in essere composta da una base di cellule T esprimenti un Recettore ChimericoAntigenico;
  • Immunodeficienze;
  • Grave insufficienza renale cronica;
  • Dialisi;
  • Sindrome di immunodeficienza acquisita (AIDS);
  • Splenectomia;
  • ecc

Oltre a questi, vi sono quelle fasce di pazienti che hanno 3 o più dei sintomi sotto elencati per far parte dei lavoratori fragili:

  • Aver avuto un Ictus;
  • Diabete mellito;
  • Epatite cronica;
  • Fibrillazione atriale;
  • Cardiopatia ischemica;
  • Bronco-pneumopatia ostruttiva cronica
  • Scompenso cardiaco;
  • ecc

Ulteriori chiarimenti sono presenti nel DM 4/2/2022, dove sono meglio esplicate le modalità per rientrare nella categoria dei lavoratori fragili.

Con la necessità dello smart working, in base alle esigenze cliniche, il lavoratore potrà svolgere anche una mansione differente rispetto a quella che potrebbe fare in presenza.

Questa potrà appartenere allo stesso inquadramento professionale o categoria. Ciò è definito dai contratti collettivi attualmente validi. La retribuzione, in tal caso, non subirà alcuna variazione.

Lavoratori fragili e proroga smart working 2023

Quindi, alla domanda: chi può continuare a fare smart working 2023, con le modalità previste durante i tempi pandemici, la risposta sarà: solo i lavoratori fragili.

Questi potranno continuare a usufruire dello smart working con tipologia di richiesta unilaterale, ma solo fino al 31 marzo 2023 e con procedura ordinaria.

Le richieste dovranno essere inoltrate tramite la piattaforma del governo, con compilazione dell’applicativo dal nome “Smart working semplificato”. La presentazione della domanda dovrà pervenire entro il 31 gennaio 2023.

I restanti lavoratori, tra cui la fascia di professionisti con figli under 14, potranno usufruire del lavoro agile solo nel momento in cui vi è un accordo tra le parti, ovvero tra richiedente e datore di lavoro, come stabilito dalla legge 81/2017.

Dopo di ché, il datore di lavoro dovrà comunicare al Ministero del lavoro data di inizio e fine della modalità agile e i nomi dei professionisti coinvolti. La comunicazione potrà avvenire per modalità telematica.  

Smart working 2023 per lavoratori con under 14

Come già detto, i lavoratori con figli under 14 non hanno più diritto all’accesso allo smart working semplificato. Però, possono comunque richiedere il lavoro agile tramite un accordo con il datore di lavoro.

Ma come farsi dare lo smart working dal proprio capo?

Non vi è più, per questa categoria, il diritto di richiedere il lavoro agile, ma posseggono la priorità in caso di presentazione della domanda sia in ambito pubblico che privato, secondo il D.Lgs. n. 105/2022.

Nel particolare, la precedenza si ottiene con le seguenti situazioni:

  • Figlio con disabilità e ridotta autonomia personale e necessità di assistenza continua (articolo 3, comma 3, Legge n. 104/1992);
  • Under 12.

Inoltre, possono chiedere la priorità anche coloro che hanno una disabilità accertata o chi è caregiver per un familiare.

Che differenza c’è tra lavoro agile e smart working?

L’introduzione del lavoro agile, come strumento utile ai professionisti, ha origine grazie all’articolo 18 della legge 81/2017. Un modo per rendere flessibile il rapporto di lavoro, conciliando i bisogni di vita e la produttività del professionista.

Il lavoro agile si svolge per una parte all’interno dei locali dell’azienda e l’altra all’esterno, con tempi e modalità stabiliti dal contratto. Il datore di lavoro potrà, anche, fornire device tecnologici per lo svolgimento delle mansioni. Sarà cura del professionista tenerli in ottimo stato.

Nel lavoro agile, poi, vi è anche la componente di team, ovvero l’esigenza di organizzarsi in uno stesso luogo per la coordinazione delle attività.

Lo smart working, invece, prevede una modalità di lavoro totalmente flessibile e auto organizzata, con piena autonomia nel portare a termine i task assegnati.

Scopri tutto quanto c’è da sapere sullo Smart Working grazie a Elle di Ufficio.